Il singolo di Vasco (se non fosse di Vasco)

Gentili responsabili della major discografica,
il mio nome è Mimmo Cutrullo e di professione faccio il cantante: come hobby sono muratore, dalle sette del mattino alle sei di sera. Vi invio il primo pezzo della mia band, i Tendenzà, formazione che ha già all’attivo parecchie date nella provincia di Pesaro-Urbino e limitrofe.
Il titolo è “Chissà perché”: la potete ascoltare QUI.
Riporto il testo:

“Quando cammino su queste dannate nuvole
Vedo le cose che sfuggono dalla mia mente
Niente dura, niente dura e questo lo sai
Però non ti ci abitui mai
Quando cammino in questa valle di lacrime
Vedo che tutto si deve abbandonare
Niente dura, niente dura e questo lo sai
Però non ti ci abitui mai
Chissà perché? Chissà perché? Chissà perché?
Quando mi sento di dire la “verità” sono confuso, non son sicuro
Quando mi viene in mente che non esiste niente
Solo del fumo, niente di vero.
Niente è vero, niente è vero
E forse lo sai, però tu continuerai
Chissà perché? Chissà perché? Chissà perché?
Quando mi viene in mente che non esiste niente
Solo del fumo niente di vero. Niente dura, niente dura
E questo lo sai però tu non ti arrenderai
Chissà perchè? Chissà perchè? Chissà perchè? Chissà perchè?
Chissà perchè? Chissà perchè? Chissà perchè? Chissà perchè?
Chissà perchè?
Quando mi viene in mente
Che non esiste niente”.

RingraziandoVi anticipatamente per la disponibilità e fiducioso in un Vostro riscontro, Vi porgo i miei più cordialisaluti.

Mimmo Cutrullo, leader dei Tendenzà

“Gentile signor Cutrullo,
ho ascoltato attentamente il pezzo della sua band, cosa che non intendo rifare finché non mi si riproporrà quel noioso problema al cesso. Eppure assumo molte fibre, non capisco. Insomma, è assurdo, no? Il tuo intestino prepara tutto e poi, quando sei lì pronto ad espellere lo stronzo, egli non si presenta all’appello. È come arrivare a cinque metri dal traguardo e finire la benzina, capisce? Ecco, diciamo che è come se voi mi aveste donato la tanica d’emergenza, il carburante necessario ad espellere definitivamente il bimbo marròn. Guardate che è importante espellere il bimbo marròn, soprattutto se in giardino hai l’orto. È molto poetico che la merda diventi un ortaggio, non trova? Cioè, se uno ti dicesse “màgnate la mmerda” uno mica la mangerebbe, no? E invece così sì.
Ma passiamo alla disamina tecnica del testo.
La struttura è piuttosto semplice: ogni strofa parte con un “Quando…”, nella fattispecie:
1) Quando cammino
2) Quando cammino
3) Quando mi sento di
4) Quando mi viene in mente
5) Quando mi viene in mente

Tre idee per cinque ripetizioni: ok che c’è la crisi, però , che cazzo;

Tutte si concludono con “Niente è vero, niente è vero, e questo lo sai, però…”: questa frase viene ripetuta ad ogni strofa. In questo caso,  perlomeno, vi siete degnati di fare la rima. Nello specifico le parole che fanno rima con “sai” sono:

1) Mai
2) Mai
3) Continuerai
4) Arrenderai

Sull’originalità di queste rime mi appello al quinto emendamento.
Ma passiamo a quel capolavoro lirico che è il ritornello: come ben saprete, esso rappresenta il clou dell’intera faccenda, il momento strappamutande, l’apice, ciò attorno al quale ruota tutto l’ambaradan, ed è anche l’attimo in cui si capisce dove il pezzo sta andando a parare. Nel vostro caso il ritornello è composto dalle seguenti parole:

“Chissà perché?”

Fine.
Il tutto ripetuto in totale quindici volte in un pezzo di quattro minuti, cioè, se la matematica mi viene in aiuto, in media una volta ogni sedici secondi. Musicalmente parlando, la struttura di questo ritornello ricorda maledettamente quello di un pezzo di Vasco Rossi dal titolo “Siamo solo noi”. Mi riferisco a questo passaggio, che non so bene come illustrarvi velocemente in forma scritta ma che potete facilmente verificare confrontando i due pezzi:

Siamo solo noooo(taam)ooi… (tam taaaaam)
Chissà perchééé(taam)ééé… (tam taaaaam)

L’idea che sta alla base di questo è che già vedete i vostri ipotetici fan ringhiare al cielo quel “Chissà perché” come se fosse un inno alla vita, o una liberazione dalle catene della stessa, o dalla banalità dei centri commerciali nei quali, è sempre bene ribadirlo, nessuno li obbliga ad andare; tutto questo, e qualunque altra cazzata abbiano in testa. Insomma, l’importante è alzare in alto le braccia e sbattere in faccia al mondo il nulla che li possiede senza, per carità, dover fare alcun tipo di ragionamento a proposito di niente, mai. La verità, o sapete bene, è che questa roba non significa assolutamente un cazzo, ma non funzionerà: voi non siete Vasco Rossi.
Consigliamo dunque a lei e ai Tendenzà di lasciar perdere, a meno che non abbiate in testa di mettere in piedi una ditta di prodotti per cacare oppure di vendere questo pezzo a qualcuno che abbia la possibilità di pubblicare qualsiasi cazzata senza preoccuparsene troppo.
Cordialmente,
il responsabile della major discografica

 


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